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Territorio L’Abruzzo è l’antologia del paesaggio Mediterraneo   di  mauro vanni  |  il video è di Mario Paolini

 

Ponte tra il nord ed il sud, tra i Balcani e Roma, consente agli eterogenei profili dei suoi monti di dialogare continuamente con il mare. E questi contraccambia, restituendo, in inverno, le umide e fredde correnti dell’est che sui pendii del Gran Sasso, della Maiella, del Sirente-Velino si trasformano in pesanti e durature nevi. E’ stupefacente, d’inverno, poter sciare e godere del mutevole sviluppo costiero; al pari di quanto possa essere refrigerante, d’estate, voltarsi verso occidente, abbandonando anche solo con lo sguardo, il chiassoso arenile o le meravigliose calette di ciottoli da Ortona a Vasto nella parte sud della costa che si sviluppa per circa 130Km. tra armonia e unicità!

 

Strette in questo abbraccio, dimorano le fertili colline impreziosite da vitigni e dagli uliveti, gli altopiani, i borghi medievali, i laghi, ma soprattutto l’uomo con le sue storie, il suo adattarsi alla natura, assoggettarla ed infine preservarla.

 

L’Abruzzo è orgoglioso dei suoi parchi, della flora, della fauna e delle aree protette che coprono un terzo del suo territorio regionale. La regione più verde d’Europa individua, in questo corretto rapporto con la natura una fondamentale opportunità di sviluppo.

 

La gastronomia rappresenta il dividendo di questo sano approccio con l’ambiente. Con la riscoperta della dieta Mediterranea, la cucina abruzzese è balzata prepotentemente alla ribalta, forte del gusto e dei sapori sprigionati dai frutti della terra e del mare.

 

L’Abruzzo è una regione in cui tutte le stagioni sono adattate all’incontro con l’avventura.

 

 

Una delle sue perle rare è Ortona già “...a Mare”

 

Su di un promontorio che domina il mare, al centro della costa adriatica abruzzese,

 ad un’altitudine di 78 metri, sorge Ortona, centro marinaro di antichissima origine, abitato dai Frentani già nel X sec. a.C. Ortona appartiene alla provincia di Chieti, ma è geograficamente più vicina a Pescara, distante solo 22 Km. E’ il terzo comune della Provincia per estensione mentre si colloca al quarto posto per popolazione con i suoi 23.500 abitanti, distribuiti, storicamente, per il 55 % circa nel centro urbano e per il restante 45 % nelle numerose e popolate frazioni che costellano l’intero territorio comunale.

 

La città è servita da un ottimo sistema di collegamenti: Strada Statale n.16 Adriatica e autostrada A14 Bologna-Bari, sulla quale s’innesta, a soli 20 Km; dal casello di Ortona, la A24/A25 Pescara-L’Aquila-Roma; linea ferroviaria Milano-Lecce con le stazioni di Ortona, adiacente l’area portuale, e Tollo-Canosa, nella zona nord, a metà strada tra Ortona e Francavilla; aeroporto d’Abruzzo P. Liberi, di Pescara, a soli 25 Km.

 

Nel periodo estivo un veloce e moderno aliscafo collega quotidianamente il porto di Ortona, proprio sotto la città, ai piedi del promontorio, con l’arcipelago delle Isole Tremiti, e con motonavi veloci con la Croazia.

 
Il clima è gradevolmente temperato: freddo e asciutto, ma non particolarmente rigido, d’inverno con, a volte, qualche nevicata anche intensa; caldo, ventilato e poco umido d’estate.

 

La particolare conformazione orografica della costa, estesa circa 20 Km, è costituita, dopo un primo tratto a nord (Foro e lido Riccio) di spiaggia ampia e sabbiosa, da un susseguirsi ininterrotto di golfi, insenature, promontori, spiaggette, scogliere, miracolosamente preservate, che, con una interessante e cospicua presenza di tipica flora mediterranea, caratterizzano l’offerta turistica.

 

L’economia si è sviluppata prevalentemente attorno alle attività marinare, favorite dalla presenza, da sempre, di un porto, ed all’agricoltura con un’alta specializzazione nella produzione intensiva della prelibata uva da tavola Pergolone e delle ottime uve da vino Trebbiano, Chardonnay, Cerasuolo ed il rinomato Montepulciano D’Abruzzo.

Diverse cantine private e due grandi cantine sociali producono e commercializzano ottimi vini Doc: inoltre grazie ad un’iniziativa congiunta di Regione e Comune, nelle sale di Palazzo Corvo, nel cuore del quartiere medioevale, opera l’Enoteca Regionale.

 

Per la qualità e quantità dell’offerta, Ortona a ragione può essere definita definita la capitale vitivinicola abruzzese.

 

Altro volano economico è il porto, il cui bacino misura circa un milione di mq., sede di alcuni cantieri navali e basi logistiche di grandi società operanti nel settore offshore.


La tradizionale attività della pesca è praticata da una flottiglia di una quarantina di pescherecci di medie dimensioni, operanti esclusivamente nel medio Adriatico, e da diverse decine di piccole imbarcazioni che, abilitate alla pesca sotto costa, raccolgono dai bassifondi scogliosi un pescato particolarmente ricercato dai buongustai.

 

La storia di Ortona è legata fortemente al1258, anno in cui vennero portate ad Ortona le ossa dell’Apostolo Tommaso, provenienti dall’isola greca di Chio, nell’Egeo, dal navigante ortonese Leone Acciaiuoli, di ritorno da una spedizione navale in appoggio ai Veneziani in lotta contro i Genovesi. Custodire le reliquie di uno dei dodici apostoli di Cristo è un privilegio tanto raro quanto esaltante e non solo per ovvie motivazioni di natura religiosa ma anche per le evidenti connessioni storiche e culturali. Ortona, da oltre sette secoli, è gelosa custode dei resti terreni dell’Apostolo simbolo dell’incredulità e della vera fede conseguente. Le reliquie si trovano all’interno della Cattedrale omonima in pieno centro storico, nel cuore della città! 

 

La cucina ortonese si ispira ai due elementi che hanno caratterizzato la vita sociale ed economica della comunità: mare (piatti a base di pesce) e terra (cucina tipica contadina).

 

Il piatto sicuramente più apprezzato della cucina marinara è il brodetto, una zuppa di pesce cucinata, rigorosamente con olio extravergine di oliva, nei caratteristici tegami di terracotta, comprendente molteplici varietà ittiche, da quelle dell’alto mare a quelle pescate nei bassifondi scogliosi della costa.

 

Da scoprire sono “i polpi in purgatorio”. Tra i primi, oltre a spaghetti ai frutti di mare e linguine al sugo di pesce, vanno ricercati i capellini trinciati in brodo di pannocchie e, con una certa dose di pazienza la pasta al sugo dei pelosi, ma attenzione perché la “caccia” a questo prelibato granchio è resa particolarmente difficile da norme molto restrittive.

 

Della cucina contadina, molto ampia, rinomata è la pasta alla chitarra; ottimo il brodo con cardone classico piatto della festa importante; caratteristiche le “pallotte casce e ove” (polpette a base di formaggio, uova e pangrattato); singolare la “pizze ‘e fuoije strascinate”, verdure ripassate in padella accompagnate con focaccia di granturco cotta “sotto il coppo”; forte la grigliata caratterizzata da fegatazzi (salsicce di fegato); gustosi i fagioli con le cotiche; prelibato il coniglio sotto il coppo; insolito lo spezzatino cif e ciaf.


Uno sfizioso connubio mare-terra si realizza con seppie e piselli, baccalà e peperoni arrosto, broccoli e stoccafisso, Baccalà (o stocco) e patate in umido.

 

I rinomati vini, pezzo forte della cucina locale, sono: il “Trebbiano d’Abruzzo” dal colore giallo paglierino; gradevolmente profumato, dal sapore asciutto, vellutato e armonico, ottimo coi piatti a base di pesce, esprime le sue migliori qualità se bevuto freddo; il “Montepulciano d’Abruzzo” che ha colore rosso rubino intenso lievi sfumature violacee, particolarmente indicato per accompagnare arrosti e cacciagione e il “Cerasuolo d’Abruzzo”, prodotto mediante un particolare processo di vinificazione delle uve Montepulciano, ha colore rosso ciliegia, un odore fruttato ed intenso, un sapore morbido con retrogusto garbatamente mandorlato, particolarmente gradito anche dai palati più esigenti.. Va bevuto fresco ed è indicato per gli arrosti ma ben si associa anche alla cucina di mare.


Per assortire più adeguatamente l’offerta e meglio soddisfare i nuovi gusti dei consumatori, in particolare dei giovani, sono stati introdotti sul mercato, più recentemente e con ottimi riscontri, altri vini: Chardonnay, frizzantini, novelli, spumanti, etc.

 

Il dolce tipico è la nèvola. Quasi venerata dagli ortonesi e praticamente introvabile in altre località. Si tratta di una cialda dal sapore delicato, arrotolata a forma di cono, costituito da un impasto di farina, mostocotto ed olio, aromatizzato con semi di anice, cotto tra due apposite piastre di ferro arroventate. La sua esistenza è documentata sin dal primo secolo d.c.. Accomunate alle nevole, per il procedimento di cottura, sono le più comuni pizzélle, altrove chiamate ferratelle. Altri dolci caratteristici sono legati a particolari festività: la cicerchiata al Carnevale; le zéppole fritte e spolverizzate con zucchero a velo, oppure al forno, con la crema, alla festività di San Giuseppe; il fiadone, una specie di torta a base di formaggio e uova, cotta in caratteristici tegami di rame alla Pasqua; crispélle (semplici frittelle fusiformi) e caviciòne, dei fagottini a forma di grossi ravioliu, ripieni di un misto fornato da marmellata di uva e mandorle (o noci) abbrustolite e tritate al Natale. Nel passato questi dolci venivano spesso accompagnati da un buon bicchiere di vino cotto.

 

Ortona è anche la patria di Francesco Paolo Tosti. Dal 1983 presso Palazzo Corvo, opera l’ Istituto Nazionale Tostiano. L’Istituzione di impegno musicologico si occupa statutariamente della vita e delle opere del compositore Francesco Paolo Tosti, degli altri musicisti abruzzesi e più in generale L’Istituzione di impegno musicologico si occupa statutariamente della vita e delle opere del compositore Francesco Paolo Tosti, degli altri musicisti abruzzesi e più in generale della musica vocale da camera e di altri settori della cultura musicale. Tale lavoro viene svolto attraverso il collegamento con istituzioni di cultura, editoria ed organizzazione musicale di rilevanza internazionale e con un’intensa attività musicale editoriale e discografica, l’attivazione di corsi di perfezionamento internazionali e l’organizzazione di mostre, seminari e convegni e di concorsi in Italia e all’estero.
L’Istituto possiede un ricco patrimonio di oggetti e documenti di notevole interesse storico ed artistico legato, oltre che alla figura di Tosti, al musicista Guido Albanese, al baritono Giuseppe De Luca, e ad altre personalità della vita musicale italiana. Da visitare.

 

Ortona è la porta di fatto del costituendo “Parco della Costa dei Trabocchi” che va da Francavilla al Mare fino a Vasto. Questo tratto di costa sud dell’Abruzzo prende nome dai “TRABOCCHI”, strane  e complesse macchine da pesca, issate su palafitte e sorrette quasi miracolosamente da una ragnatela di cavi e assi. Non hanno una forma stabile, ma, nelle loro parti essenziali, consistono in piattaforme, composte da tavole e travi non completamente connesse, elevate su primitivi pilastri conficcati sul fondo del mare o su scogli, e congiunte alla vicina riva da esili passerelle. Dalle piattaforme si staccano le antenne, che sostengono le reti per mezzo di un complicato sistema di carrucole e funi.

 

I trabocchi hanno un’architettura leggera, verrebbe voglia di dire aerea, ma solida, in grado di sopportare il peso della robusta rete da pesca e le sollecitazioni delle tempeste marine. 
Non sono un elemento architettonico stabile, ma dinamico, in rapporto costante con le forze della natura, con cui le loro eteree strutture  interagiscono  continuamente, in quanto ad ogni mareggiata perdono pezzi più o meno importanti, e, dopo ogni tempesta, hanno bisogno di aggiustamenti e riparazioni.


A ripararli pensano “i traboccanti”, depositari e custodi di un’antica e affascinante arte, apparentemente primitiva e improvvisata, ma in realtà evoluta quanto le più complesse tecniche ingegneristiche.   I materiali adoperati sono i più vari e inizialmente erano legati alle disponibilità locali: l’olmo, l’abete e l’acacia erano i legni più usati, insieme alle corde di canapa. Oggi si adoperano molto anche i fili di ferro e le traversine delle ferrovia: l’importante è che tutti i materiali usati siano rigorosamente di riciclo. Nonostante la varietà dei legnami e dei materiali, comunque, i trabocchi risultano molto armonici ed eleganti nel complesso gioco di fili, corde e pali che si intrecciano tra loro, rendendoli simili  a “ragni colossali”, come dice il celebre poeta abruzzese Gabriele D’Annunzio.

 

Molto del fascino che i trabocchi emanano, e che sta conquistando i turisti e i visitatori provenienti anche dall’estero, deriva soprattutto dai luoghi in cui sono posizionati.

 

Nella maggior parte dei casi, infatti, i trabocchi sorgono lungo le sporgenze della costa, dove questa forma una punta sul mare, e dove dalla riva si diparte una fila di scogli che permette di raggiungere un punto avanzato sull’acqua, in modo da poter permettere la pesca su uno specchio profondo, dove possono essere sfruttate le correnti che fiancheggiano la costa.

 
Affascinante è anche la tecnica usata dai traboccanti per pescare: le ampie reti vengono calate a mare  con un argano girevole fissato nel centro della piattaforma. Di tanto in tanto, vengono rialzate un poco sul livello del mare. I pesci intrappolati, per lo più cefali, spigole, aguglie, e pesce azzurro in generale,  restano sospesi fuori dall’acqua, nel cavo della fittissima rete, guizzando in uno scintillio di luce, finchè non vengono tirati su con un guadino (la “volega”).


Le origini dei trabocchi sono in parte  ancora oscure. Pare comunque certo che la loro costruzione risalga all’VIII sec. d.C., quando contadini-pastori, non esperti di flutti e di barche, intuirono però che potevano integrare il loro  raccolto agricolo, proiettandosi sul mare aperto con veri e proprio prolungamenti della terra, ovvero con palafitte piantate sugli scogli sottostanti. I primi traboccanti, dunque, non sarebbero stati pescatori, ma agricoltori che avevano capito che, raggiungendo con costruzioni artificiali posizioni avanzate sul mare, avrebbero potuto trarre dalle acque il sostentamento necessario, per integrare i magri frutti  offerti dalla coltivazione delle loro scomode e poco fertili terre costiere.

 

Oggi, dopo un periodo di scarso utilizzo e di oblio, i trabocchi sono tornati al centro dell’attenzione,  anche grazie ad una legge della Regione Abruzzo, emanata nel 1994, che ne promuove il recupero, considerandoli importante patrimonio culturale e ambientale, vere e proprie opere d’arte da trasmettere ai posteri.


Grazie a questa legge,  molti trabocchi, ormai in stato di degrado, sono stati recuperati e resi funzionanti, divenendo  il vero motivo di attrazione della costa su cui sorgono.
La loro primitiva architettura, le vecchie reti, gli utensili di lavoro  raccontano storie di epoche  lontane ed emanano un fascino d’altri tempi, che accende l’immaginazione e stimola la curiosità di tutti coloro che al misterioso mondo dei trabocchi si accostano.

 

La Struttura urbana di Ortona si sviluppa dal suo nucleo storico medievale denominato “Terravecchia” con Il Castello Aragonese (1450), la Cattedrale di San Tommaso Apostolo e il Palazzo Farnese (1582) fatto edificare su progetto di Giacomo Della Porta da Madama Margarita D’Austria, figlia dell’imperatore Carlo V, che acquistò Ortona per 52.000 ducati e che scelse come sua dimora a controllo delle sue terre d’Abruzzo. A coronamento con il mare, è di indubbia bellezza la Passeggiata Orientale, a sbalzo sul terreno che discende verso il Porto e che regala una vista mozzafiato su tutta la costa dei Trabocchi, Punta Penna del Vasto e fino a scorgere nitidamente nelle giornate ventose di tramontana tutto il promontorio del Gargano e della meravigliosa costa pugliese anticipate dalle stupende Isole Tremiti!

 

Elementi d’importanza storica- architettonica della città

Il complesso Sala Eden, giardini adiacenti, convento di S. Caterina (XVI secolo d.c.), la chiesa omonima (quasi certamente costruita prima dell'anno 'mille', anche se la struttura di oggi risale al XVII secolo d.c.)  e la chiesa del Crocifisso Miracoloso (XIV secolo d.c.);  il convento di S. Caterina (di S. Anna fino all' inizio del secondo conflitto mondiale) con l’annesso  Il chiostro del complesso oggi adibito a meso della battaglia, museo ex Libris, e biblioteca comunale; il monastero degli agostiniani (XVI secolo d. c.) in corso Matteotti, (ex sede dell' Istituto Nautico, dell'Istituto Professionale di Stato e dell'Istituto Tecnico Commerciale, attuale sede degli uffici comunali e della palestra della scuola media "Pugliesi;  il teatro Vittoria (1929 d.c.) oggi Teatro F.P.TOSTI è un elemento architettonico di indubbio valore posto sulla passeggiata Orientale. La fonte del Peticcio (XVI secolo d.c.) d' importanza storica accertata,  è  stata recuperata l' ultima volta nel 1823; la chiesa della Madonna delle Grazie (1440 d.c. circa), nella vecchia  zona industriale di Ortona; la pietra di Morrecine (210 a.c.), elemento ricco di storia e di leggende, si dice sia una tomba funeraria di un generale di Annibale; la basilica paleocristiana di S. Marco sotto il colle dell' "Acquabella" (collocabile tra il V ed il VII secolo d.c.),  con i resti leggibili delle  mura perimetrali alte mediamente un metro; le due storiche ed importanti torri costiere, Mucchia e Moro (1568 d.c.).

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